Come comunicare il licenziamento
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Per licenziare un lavoratore non è sufficiente inviare una lettera tramite raccomandata con la quale gli si comunica il recesso, ma sono necessari numerosi adempimenti, stabiliti dalla legge a tutela del dipendente.
La procedura non è uguale per tutti i licenziamenti, ma dipende dal tipo di recesso (licenziamento per giustificato motivo soggettivo, per giustificato motivo oggettivo, collettivo, durante il periodo di prova, al termine del periodo di formazione per apprendistato) e anche dalla grandezza dell’azienda (sopra i 15 dipendenti o meno).
Vediamo allora come comunicare il licenziamento nelle ipotesi più comuni.
Come comunicare il licenziamento disciplinare
La procedura per irrogare il licenziamento disciplinare si applica, in generale, a tutti i rapporti di lavoro subordinati, ad esclusione del lavoro domestico. Prima di irrogare il licenziamento, è innanzitutto necessario rispettare le seguenti fasi:
- verificare che nel codice disciplinare affisso in azienda sia previsto il licenziamento come sanzione per il comportamento tenuto dal lavoratore, o almeno che il comportamento da sanzionare sia vietato;
- contestare al lavoratore l’addebito;
- concedere al dipendente il termine a difesa di 5 giorni;
- valutare le giustificazioni del lavoratore;
- concedere un’audizione difensiva se richiesta.
Terminate queste fasi, si può licenziare il dipendente (in alternativa, si possono accogliere le sue giustificazioni, oppure si può scegliere di non fare nulla). Se si decide di licenziare il dipendente, il licenziamento deve essere comunicato al lavoratore tempestivamente e in forma scritta a pena di inefficacia, con la specificazione dei motivi che lo hanno determinato.
È opportuno, a questo proposito, richiamare i comportamenti contestati al lavoratore, fare riferimento alle sue giustificazioni e spiegare perché non possono essere accolte.
Se il licenziamento disciplinare è per giustificato motivo soggettivo e non per giusta causa, bisogna anche richiamare i termini di preavviso.