I grandi uomini ci parlano ancora: dalle memorie di Sandro Giomi.
LIA ALBONICO
L’Ing. Alessandro Giomi entrò a far parte dei Vigili del Fuoco nel 1948 ed è stato una delle personalità più illuminate nella storia del Corpo. Ha partecipato alle più grandi operazioni di soccorso sul territorio nazionale e fu il primo Vigile del Fuoco ad assumere l’incarico di Vice Commissario straordinario a fianco dell’On. Zambarletti durante il terremoto del Friuli del 6 maggio 1976, rimanendo uno dei suoi più stretti collaboratori e collaborando con la costituzione del moderno servizio nazionale; si può certo dire che è stato uno dei padri fondatori della protezione civile. Ha seguito con orgoglio la carriera del figlio Ing. Gioacchino Giomi che ha percorso con grande onore il suo cammino.
– Terremoto del Friuli – Trecento scosse di terremoto – Ultima decade del mese di ottobre 1976.
“Vedo più volte al giorno L’Onorevole Zamberletti, capisco il suo stato d’animo. Non vuole riposarsi sugli allori perché sa che la cosidetta “operazione esodo” dovrà avere una fine che non è molto lontana.
“Tutto quello che abbiamo costruito con grande sforzo!” Ripete spesso, “cadrà miseramente nel nulla se non ci sarà un seguito adeguato”.
Il “seguito adeguato” consiste nel dare agli esodati, anzi ai terremotati, degli alloggi decenti, dove possano vivere a tempo indeterminato…….
Ma quante sono ad oggi le persone da sistemare?
…Non siamo lontani dalla realtà se si calcolano da 50 a 60.000 i friulani bisognosi di un alloggio decente.
L’onorevole Zamberletti ha riunito più volte i Tecnici dei Vigili del Fuoco per concordare una linea da seguire.
…I comuni interessati per competenza, offriranno tutta la collaborazione possibile fornendo quelle aree attrezzate delle quali si è già parlato.
Bisognerà avere un’idea chiara sulla qualità dei prefabbricati che possono essere divise in tre categorie…
…Tutte e tre le categorie devono possedere le seguenti caratteristiche:
-rapidità di montaggio
– confort abitativo
– recuperabilità.
L’onorevole Zamberletti ribadisce, ce ne fosse bisogno, che gli organismi operativi facenti capo alla struttura commissariale, devono mantenere dei rapporti costanti con la Regione Friuli Venezia Giulia e con i comuni terremotati. Dovrà nascere un’intesa costruttiva, aperta, senza riserve mentali o di altro genere.