Siamo elaboratori intelligenti di informazion
MASSIMO MARZI
Senza rendercene conto, alcune volte in automatico, seguiamo delle procedure che abbiamo appreso dalle esperienze e consolidato attraverso la pratica quotidiana. Incastonati dentro le nostre abitudini abbiamo una certa riluttanza ad introdurre nuovi metodi, sostitutivi dei nostri consolidati schemi comportamentali precedentemente acquisiti.
In questo modo non possiamo portare avanti una vera e propria razionalizzazione delle nostre attività quotidiane in base alle circostanze mutevoli con cui entriamo in contatto. In fin dei conti, spesso applichiamo gli stessi principi di funzionamento del computer: elaboriamo tutte le informazioni in ingresso/entrata (INPUT), memorizziamo tutto ciò che ci interessa e generiamo, dopo opportune analisi e valutazioni, delle uscite (OUTPUT) che sono le nostre comunicazioni verso il “mondo esterno” o anche le nostre decisioni. Riuscire a soffermarci ogni tanto, con più attenzione sulle nostre modalità di elaborazione delle esperienze di “movimento e scambio informativo” può aiutarci a migliorare le nostre comunicazioni e la nostra formazione permanente (nel mondo anglosassone si chiama LifeLong Learning); organizzare bene il modo in cui gestiamo le informazioni, ci aiuta ad essere più efficienti, produttivi e soddisfatti, riducendo confusione, sovraccarico, stress e disordine funzionale.