Cassazione: il saluto fascista non è un reato di lieve entità
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Gli Ermellini chiariscono che il saluto fascista durante una riunione consiliare è un reato di non lieve entità e che non merita l’attenuante se manca l’intento provocatorio
di Annamaria Villafrate – Per la sentenza n. 21409/2019 (sotto allegata) della Cassazione commette reato chi fa il saluto fascista durante una riunione consiliare tenuta si per discutere sul “Piano Rom”. Non è pensabile considerare tale saluto, che richiama all’abolito partita fascista, di cui la Costituzione vieta la ricostituzione, libertà di manifestazione del pensiero, nel momento in cui si trascende nella discriminazione razziale. Si tratta di un gesto che non può beneficiare della esclusione della punibilità per la lieve entità del fatto, stante la pervicacia dell’imputato e del contesto in cui lo ha effettuato. Non c’è infine attenuante della provocazione che tenga nel gesto di una consigliera che ha promesso che si sarebbe allontanata dall’aula se fosse stato presente qualche organizzatore della manifestazione di protesta contro il Comune