Di Maio contro Autostrade: tutta la follia dei Cinque Stelle in un solo caso
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Partiamo dalla fine: ieri, il ministro dello sviluppo economico e del lavoro, Luigi Di Maio ha definito Atlantia, 11 miliardi di fatturato, 818 milioni di utile, 31mila dipendenti, un gruppo “decotto”, cui va tolta la gestione in concessione dell’autostrada A10 Genova-Ventimiglia, quella in cui lo scorso 14 agosto è crollato il Ponte Morandi. Lo stesso Di Maio, ministro dello sviluppo economico e del lavoro, ha detto anche che non vedrebbe di buon occhio l’ingresso di Atlantia nella cordata per l’acquisto di Alitalia, perché se così fosse, il valore di borsa di Alitalia – 3 miliardi di fatturato, 6 miliardi di perdite cumulate negli ultimi trent’anni – precipiterebbe. L’ha detto a borse aperte, registrando Porta a Porta, e le azioni di Atlantia, già in calo da giorni a causa dell’ipotesi di revoca, sono andate ancora più giù. Infine, rispondendo alle rimostranze dell’azienda, ha detto che i Benetton si preoccupano solo del loro portafogli, ignorando che la famiglia di Mogliano Veneto detiene solo il 30% delle azioni, a fronte di un flottante detenuto dai piccoli risparmiatori (ed elettori) italiani pari al 45%.