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Quando un licenziamento è ritorsivo e discriminatorio?

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Nell’accezione comune del termine, è facile stabilire cos’è una ritorsione: si tratta di una reazione ingiusta o illegale a un comportamento altrui. Tuttavia, in ambito giuridico non è facile stabilire quando il licenziamento è ritorsivo. Volendo provare a fare un esempio, si può parlare di licenziamento ritorsivo tutte le volte in cui il dipendente rifiuti di svolgere attività da lui contrattualmente non dovute (ad esempio straordinari, turni di notte, trasferte, piaceri personali al datore di lavoro, ecc.). Difatti, se le attività fossero dovute, il licenziamento – o quantomeno la sanzione disciplinare – sarebbe legittimo.

Una recente sentenza della Corte di Appello di Bologna [1] ha provato a fare il punto della questione e ad offrire una definizione che possa chiarire a tutti quando un licenziamento è ritorsivo e/o discriminatorio. Vediamo qual è l’interpretazione sposata dai giudici di secondo grado.

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