Uccisa a Napoli da un pino, la Cassazione: «Pompieri obbligati a intervenire»
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I vigili del fuoco, quando ricevono da parte dei cittadini chiamate per alberi a rischio caduta, hanno il dovere di effettuare subito il sopralluogo per valutare le condizioni di stabilità ed eventualmente provvedere alla messa in sicurezza, e non possono limitarsi a «girare la richiesta ai vigili urbani». Lo sottolinea la Cassazione nelle motivazioni della condanna per omicidio colposo a un anno e quattro mesi di reclusione – pena sospesa – nei confronti di Tiziano Fucci, il coordinatore della Sala Operativa dei vigili del fuoco di Napoli che non intervenne dopo una chiamata per un pino pericolante, la mattina del 27 maggio 2013, limitandosi a girare la richiesta di attivarsi ai vigili urbani. Nessuno si occupò di quel pino secolare alto 17 metri che svettava su via Aniello Falcone, presso i giardini ‘Nino Tarantò, a Napoli. La mattina del dieci giugno, dopo nemmeno due settimane, l’albero crollò sulla Panda di una donna di 43 anni, Cristina Alongi, che perse la vita.