cronaca

La suora oncologa: “Solo e abbandonato, così muore l’uomo”

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Livorno, 1 novembre 2019 – “Ricordati che devi morire”. “Sì, sì, mo me lo segno”, risponde l’indimenticabile Massimo Troisi all’incalzante predicatore trappista in ’Non ci resta che piangere’. Mai battuta e titolo di film sono stati più calzanti per l’uomo di oggi che lascia correre, non pensa al suo destino e poi, alla fine della vita, si trova senza più nessuno al capezzale. Lo stesso che, ancora all’inizio del secolo scorso, si cingeva di famigliari, amici e conoscenti del morente. “L’individualismo diffuso non risparmia neanche il momento del trapasso. Anzi, le persone muoiono sempre più sole: non appena ci si rende conto che non sono più autosufficienti, vengono abbandonate”. L’amara constatazione arriva da una donna di fede un po’ particolare, suor Costanza Galli, che della scienza ha fatto la sua professione. Religiosa delle Figlie della carità, è oncologa, primaria dell’Hospice di Livorno.

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