Il casco Rosso

CLAUDIO SANTUCCI

Pubblicato sul FARO DE VIGILI DEL FUOCO n. !09

Forse qualcuno la vede in modo differente, ma per me essere un Capo Squadra è sentirsi il fratello maggiore di qualcuno, quasi un padre e ogni intervento cerchi di farlo nel migliore per la persona da soccorrere e per garantire la sicurezza dei tuoi Ragazzi. Non sei un Capo nel vero senso della parola, perché hai quattro ragazzi    padri di famiglia con te e insieme si affronta tutto.

Situazioni allegre banali e terribilmente serie, che si vivono insieme.  È un “noi” che non deve essere mai “voi ed io”! Poi c’è sempre quel maledetto “fattore X”, l’impensabile, l’imponderabile, quello che in trent’anni non ti è mai successo e che può accadere in un secondo e le chiacchiere di chi sta seduto con il culo su una bella sedia, si sprecano, quelli che guardano stando dietro ad una finestra e non sanno cosa si prova, la soddisfazione di un grande intervento ben riuscito o la disperazione per qualcosa che non si è potuto evitare: il fattore “X” è sempre in agguato, lo sappiamo bene, lo sappiamo tutti, ma non si tira indietro nessuno, spesso con quella paura che ti tiene la mano, ma che è utile, importante.

Sei reattivo, sveglio: “Il pompiere paura non ne ha”, è una bella canzoncina, ne ha di paura e la sfrutta a suo favore. Negli interventi seri, stai li, vicino ai tuoi ragazzi, entri con loro, non li lasci come non lasceresti un figlio, un fratello, un amico; siamo colleghi ma prima ancora siamo Amici, una Squadra che si muove insieme.

Quel Casco Rosso! Tante tante responsabilità in più, ma tutto pesa meno se sai cosa vuol dire fare squadra, se ti fidi dei tuoi e loro si fidano di te.  Tutto si può affrontare, tutto si può fare, ma… il “fattore X” è sempre in agguato e non lo puoi calcolare ne ignorarlo; devi solo avere la fortuna che non incroci mai la tua, la nostra strada.