Pediatri in allarme: cresce la dipendenza dal web
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Internet è da sempre una grande risorsa sia per lo svago sia per l’apprendimento di bambini e ragazzi. Ma, se usato non correttamente e senza la supervisione di un adulto, può trasformarsi un “luogo” (benché virtuale) con ricadute pericolose anche nella vita reale. La “libertà di accesso” agli strumenti tecnologici da parte di minori avviene sempre più precocemente, già a partire dagli otto anni d’età. Ma alcuni bimbi iniziano “l’esplorazione” (dunque un utilizzo base) di tablet, smartphone et simila molto prima, addirittura ad un anno di età. Situazione ben più allarmante, se possibile, si verifica quando ad avere “libero accesso” a internet e social (senza limitazione d’orario né nessun controllo parentale) sono preadolescenti e adolescenti. I casi di cyberbullismo (con conseguenze spesso disastrose sulla psiche della vittima), di accesso e di diffusione di immagini pornografiche (a volte anche relative a minorenni), tentativi (purtroppo non sempre fallimentari) di adescamento di ragazzine e giovanissimi da parte di adulti…sono all’ordine del giorno. E’ in questo contesto che si inserisce l’ultima ricerca pubblicata dal Sindacato medici pediatri di famiglia (Simpef) che ha recentemente promosso a Milano la conferenza sull’impatto di strumenti e tecnologie digitali sullo sviluppo neurologico nelle fasi più critiche della vita. Il pediatra di famiglia, infatti, ha le competenze e gli strumenti necessari nell’educare e sensibilizzare le famiglie nell’affermazione del principio di precauzione nell’esposizione alle moderne tecnologie digitali.