I vigili del fuoco piangono Oscar Bandini, “uno dei migliori pompieri spezzini”
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La Spezia, 29 marzo 2020 – I vigili del fuoco spezzini piangono la scomparsa di Oscar Bandini, 76 anni, caporeparto in pensione.
Bandini è spirato stamani alle 7 nella sua abitazione assistito dalla moglie Giovanna e dai figli Diego, Raffaella e Stefano.
Entrato nel corpo dei vigili del fuoco nel 1964 come allievo vigile volontario e prestò servizio all’Isola d’Elba prima di congedarsi alla Spezia nel 1966; rimase in servizio per altri tre mesi con la funzione di Vigile Discontinuo a causa degli eventi in corso (alluvione di Monterosso – alluvione di Firenze.). Nel 1967 rientrò nel Corpo cpme Vigile Temporaneo e l’anno successivo definitivamente in servizio permanente.
I colleghi spezzini lo ricordano così: “Uomo di grandi valori, si impegna sia politicamente che sindacalmente per migliorare la qualità del servizio in termini di sicurezza del personale e per migliorare l’efficienza della risposta operativa per il soccorso alle popolazioni. Uno dei migliori pompieri spezzini”.
Dopo aver vinto il concorso da brigadiere nel 1980, Bandini divenne caporeparto nel 1985 partecipando alle grandi calamità nazionali sempre con le prime squadre intervenute: dall’alluvione di Monterosso del 1966 al terremoto in Sicilia nel ’68, dal sisma del Friuli del 1976 a quello dell’Irpinia del 1980, e ancora dal terremoto Umbria-Marche del 1984 alla frana della diga di Stava del 1985 alla tragica alluvione del Piemonte nel 1994.
Sempre in prima linea ovviamente anche per i grandi eventi in città: nel 1969 l’incendio del carro cisterna alla Raffineria Shell, nel 1971 l’incendio del traghetto Canguro Fulvo, nel 1980 l’incendio della nave Leonardo Da Vinci, nel 1982 l’incendio del serbatoio benzina alla raffineria Spi (Pianazze) , l’incendio del 1983 al nastro trasportatore Enel e l’esplosione del 1987 Borgo Incrociati Genova (dove persero la vita due pompieri) fino all’incendio della chiesa di Portovenere nel 1990.
Insignito di numerosi elogi e attestati di benemerenza, i colleghi lo ricordano soprattutto “come un grande capo, innovatore e profondo conoscitore delle tecniche antincendio, il tutto accompagnato da notevoli doti empatiche”.