Coronavirus, il militare che guidò i camion con i morti di Bergamo: «Quelle bare fanno parte di me»
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Difficile dimenticare le immagini della notte tra il 18 e il 19 marzo scorso, quando un corteo di mezzi militari sfilò per le vie di Bergamo, trasportando — fuori regione, nei forni crematori di altre città — le salme delle persone decedute nella città lombarda a causa del coronavirus. «Quelle bare fanno parte di me, c’ho messo l’anima: vorrei un giorno conoscere i parenti di quei defunti», ha scritto in un lungo post su Facebook (che porta la data del 3 maggio, ndr) Tomaso Chessa, caporalmaggiore dell’Esercito che quella notte guidò uno di quei mezzi. Di origine sarda, Chessa ha affidato ai social i pensieri che lo hanno accompagnato in quello che per i defunti era l’ «ultimo viaggio».