cronaca

La verità nelle relazioni dei vigili del fuoco

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msn.com.it – urly.it/37yrv

La sicurezza del capannone, il piano antincendio e gli accessi che di notte non erano controllati. Si muovono anche su questo fronte le indagini sull’ex Tubimar, il mega capannone del porto andato a fuoco nella notte di mercoledì avvolgendo la città in una grossa nube nera. Entrare nel perimetro della struttura, presidiata di giorno ma non di notte, era molto facile perché la sbarra di sera rimane aperta e chiunque poteva accedervi scaricando qualsiasi cosa. La Squadra mobile sta visionando diversi filmati, sia delle telecamere di sicurezza che di quelle presenti nell’area portuale, per vedere se ci sono stati accessi anomali. Questo per escludere del tutto il dolo anche se l’ipotesi per ora più accreditata rimane la natura accidentale dell’incendio. Per individuare la causa, i primi sopralluoghi dei vigili del fuoco ritenuti però ancora troppo superficiali ipotizzano un corto circuito dai pannelli solari che si trovavano sul tetto del capannone, servirà la relazione completa dei pompieri che devono riunire i verbali di più squadre che hanno operato per spegnere le fiamme e che ancora ieri erano occupate a soffocare gli ultimi focolai interni alla struttura. La Procura li attende nelle prossime ore. Ieri mattina il pm Irene Bilotta aspettava che gli venissero anche formalizzati gli esiti dei rilievi dell’Arpam prima di decidere se allargare o meno il fascicolo d’indagine, attualmente senza indagati e aperto per incendio, anche ad eventuali reati ambientali e valutare se disporre o meno anche una consulenza tecnica. Dalle prime informazioni arrivate si parla di una nube nociva ma non con effetti diretti sulla salute della popolazione. Ciò che è finito nell’aria, con la combustione della gommapiuma stoccata dentro l’ex Tubimar, è meglio non respirarlo ma non ci sarebbe un livello di tossicità pericoloso per l’uomo. Le indagini dell’Arpam, poi comunicate anche dal sindaco confermerebbero la non tossici ità delle sostanze che si sono disperse nell’aria.

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