Efficienza degli estintori – la rubrica della sicurezza
ROBERTO TAGLIAFERRI – pubblicato sul FARO N, 116 in distribuzione
Perché l’estintore si dimostri efficace è necessario porre attenzione alle modalità di impiego:
Spegnimento di un liquido infiammabile
Considerata la quantità limitata di agente estinguente a disposizione occorre che il massimo del contenuto, e meglio se la totalità,
sia indirizzato al cuore della combustione senza realizzare quelle azioni meccaniche pericolose nello svolgimento dell’operazione.
Spegnimento di combustibili solidi
Nel caso dei combustibili solidi il comportamento sarà diverso non sussistendo la possibilità di aumentare con troppa facilità le parti in
combustione. L’angolo di impatto ne risulta notevolmente accentuato per migliorare la penetrazione della polvere estinguente all’interno della zona di reazione. Nella scelta del punto di “attacco dell’incendio” occorrerà dunque discernere a priori, con un tentativo iniziale, se non si ha la certezza della “pezzatura” e della relativa densità di quanto sta bruciando.
Per operare in sicurezza va considerato che l’estintore è uno strumento caricato con pressione interna e la sua azione ha sempre un
impatto dinamico che potrebbe esercitare sia nei liquidi che nei solidi effetti di proiezione di parti calde e/o infiammate in grado di generare la nascita di ulteriori piccoli focolai capaci di vanificare l’azione di estinzione in atto. Come rappresentato in figura l’estinguente va indirizzato verso il focolaio ponendosi ad una distanza di erogazione tale che l’effetto dinamico della scarica trascini la base delle fiamme tagliandone l’afflusso di ossigeno.
Occorre peraltro fare molta attenzione a non colpire direttamente e violentemente il pelo libero per il possibile sconvolgimento
e spargimento del combustibile incendiato oltre i bordi del contenitore, in quanto in tale situazione si rischierebbe l’estensione dell’incendio.
Roberto Tagliaferri
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