Comparto difesa e sicurezza: Orario di lavoro e lavoro straordinario. Perché lo Stato non tutela il lavoro dei suoi servitori?
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Roma, 18 Feb 2022 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – Di Benedetto Attili, responsabile Dipartimento UIL Sicurezza – La retribuzione straordinaria risulta pari a quella prevista per l’orario ordinario, se non addirittura, in alcuni casi inferiore. (Segue articolo). – Ad un’attenta analisi della normativa attualmente vigente nel comparto sicurezza e difesa, abbiamo rilevato un’anomalia che si prefigura quale violazione di diritti fondamentali dei lavoratori in divisa, Poliziotti, Carabinieri, Finanzieri, Agenti di Polizia Penitenziaria, Militari.
Per tutto il mondo del lavoro, privato e pubblico, viene definito l’orario di lavoro: quante ore devono essere contrattualmente svolte come lavoro ordinario, quanti turni di lavoro possono essere svolti, quanto straordinario e come questo debba essere calcolato con un incremento sulla paga oraria base. In questo comparto assistiamo, invece, ad un fenomeno più folle che unico: la retribuzione straordinaria risulta pari a quella prevista per l’orario ordinario, se non addirittura, in alcuni casi inferiore.
Come è possibile questo? Come è possibile che di fatto il datore di lavoro pubblico preferisca utilizzare ingenti risorse per le ore di straordinario anziché utilizzarle per nuove assunzioni?
Le giustificazioni “contabili” fornite a seguito di nostre precise istanze oltre che insussistenti, a nostro parere, violano il diritto di questi lavoratori di pretendere il rispetto dell’orario di lavoro che, data la cronica situazione di sottorganico, li vede allungare la propria prestazione “ordinariamente” ed in modo “programmato” oltre le previste 36 ore.
Ora, in fase di rinnovo contrattuale rileviamo la posizione di parte pubblica di mettere a costo contrattuale l’incremento del valore dello straordinario in ragione degli incrementi del tabellare.
Le risorse destinate all’adeguamento della prestazione ordinaria sono dirottate a pagare lo straordinario. Naturalmente, in questi anni, per difendere il valore della retribuzione base, non si è adeguato il valore dello straordinario, arrivando alla situazione attuale di palese illegittimità.
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