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Cosa vuol dire il ritorno di Sergio Mattarella sul Colle più alto?

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GIUSEPPE ROTONDO – PUBBLICATO SUL faro N. 118

Dopo una settimana a dir poco tormentata per il sistema partitico italiano, avviluppatosi in una girandola di incontri che avrebbero dovuto portare ad un Capo dello Stato diverso dal suo predecessore, alla fine si è votata la rielezione di Sergio Mattarella a “nuovo” Presidente della Repubblica. Nonostante quest’ultimo avesse dichiarato più volte in maniera netta una sua riluttanza al reincarico. Cosa vuol dire il ritorno di Sergio Mattarella sul Colle più alto? Innanzitutto ha reso manifesto lo stallo politico dei leader che hanno popolato questa legislatura, tanto eterogenea nella sua composizione quanto incapace di trovare una soluzione diversa al rebus Quirinalizio, per tacere dei conflitti laceranti e degli smottamenti all’interno degli stessi partiti. In secondo luogo, ha certificato il bisogno di stabilità che il nostro Paese e i mercati finanziari, sempre in agguato per un’aggressione al nostro debito pubblico, cercavano in questa fase. Una fase cruciale in cui la gestione dei fondi del PNRR da un lato e l’uscita dalla pandemia dall’altro hanno “suggerito” di rinsaldare l’asse Mario Draghi alla Presidenza del Consiglio e Sergio Mattarella alla Presidenza della Repubblica. Il tandem, ormai ben rodato, è stato considerato la via maestra per continuare a lavorare senza strappi almeno fino alla fine di questa legislatura. Anche se sono già in molti a prevedere, oltre che a sperare, che questo sodalizio istituzionale possa proseguire ancora per molto tempo. 

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