Vigili del fuoco

Il Vigile del Fuoco Arbitro internazionale di Boxe olimpica – LUCA VADILONGA

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LIA ALBONICO – pubblicato sul faro n. 118 di febbraio 2022

Il Capo Squadra Luca Vadilonga di Cagliari, nel 1997, assecondando  il suo grande desiderio, è  divenuto Vigili del Fuoco dopo aver frequentato il Corso Allievi a Capannelle. Ha lavorato a Milano dove da Vigili del Fuoco è divenuto Capo Squadra.

…con parole sue:

“Nel 1997, ho iniziato il mio lungo e affascinante cammino che mi ha portato ad essere un arbitro internazionale di boxe olimpica (IBA 3 STELLE).  Guardandomi indietro, non potrei immaginare di identificarmi unicamente in una delle due “carriere”. Sento di avere sempre cercato di mettere la stessa serietà in entrambe le attività, per quanto impegnative.

Attualmente presto servizio nel distaccamento di Via Sardegna del Comando di Milano  su mia specifica richiesta. È molto impegnativo  prestare servizio in un distaccamento del genere con serietà e professionalità; convivere questa realtà ha richiesto moltissimi sacrifici non soltanto da parte mia, ma anche dai miei cari e, inutile dirlo, dai miei colleghi che hanno sempre compreso appieno e assecondato le mie attività supportandomi.

Quando sono entrato nei Vigili del Fuoco all’età di 27 anni e dopo avere smesso l’attività agonistica, volendo rimanere nell’ambiente  in maniera attiva,  non potendo fare l’allenatore che richiedeva un impegno continuativo e costante, mi sono orientato verso la carriera arbitrale, altrettanto impegnativa,  ma maggiormente compatibile con il mio impegno di Vigile del fuoco operativo e turnista. L’obiettivo era di  diventare, un giorno, un arbitro internazionale. – Meta raggiunta dopo molto  studio,  gavetta, determinazione e testardaggine (prerogativa dei sardi…).

Tantissime sono state le volte in cui mi è venuta la tentazione di arrendermi per una moltitudine di motivazioni. Dopo avere arbitrato migliaia di incontri a livello nazionale, man mano che il livello saliva, aumentavano anche le difficoltà tecniche e, a volte, anche ambientali. Nel frattempo ho studiato le lingue, assolutamente necessarie  per poter  lavorare in campo internazionale.

Gli esami non finiscono mai, scrisse Eduardo de Filippo e guadagnare altri livelli significava  venire esaminato tante volte e sentirsi sempre sotto pressione, condizione cui per fortuna mi sono abituato grazie alla mia professione che mi ha tanto aiutato nella crescita professionale poiché, anche di fronte a situazioni o scenari all’apparenza più emotivamente coinvolgenti, sono riuscito a padroneggiarli e garantire  il  distacco e  la giusta lucidità nelle decisioni.

Mentre cresceva la mia esperienza arbitrale, mi sono sforzato di onorare la mia carriera professionale: ho prestato servizio inizialmente sette anni a Milano e poi sono rientrato al Comando di Cagliari in sede centrale; sono diventato istruttore ATP e soccorritore acquatico.

Nel 2010, finalmente, dopo avere girato praticamente tutta l’Italia rappresentando il mio Comitato di competenza, è arrivato il grande momento: una giuria internazionale avrebbe “osservato” la mia tecnica arbitrale durante un importante torneo nazionale.  Inutile dire l’emozione nel sentirmi fare i complimenti e ricevere la comunicazione che ce l’avevo fatta.

Da allora si sono aperte le porte dell’Olimpo della boxe e ho girato il mondo, portando la mia competenza in ogni angolo, ma soprattutto con la fortuna di potere arbitrare i più forti pugili del mondo che fino ad allora avevo potuto vedere soltanto alla televisione.

Non soltanto i colleghi mi hanno supportato, ma anche i Comandanti ed il Ministero, che ancora oggi mi concede gli indispensabili permessi sportivi senza mai ostacolarmi.

Ho partecipato a due campionati mondiali (Amburgo 2017 e Belgrado 2021), campionati mondiali giovanili, qualificazioni olimpiche, campionati mondiali militari, olimpiadi militari, campionati europei sia giovanili che elitari, maschili e femminili.

Sono stato chiamato come arbitro neutrale in vari campionati nazionali (Russia e Uzbekistan), partecipazione alle World Series Boxing con direzione di gara alla finale tra Cuba e Kazakhstan.

Mi ritengo fortunato a non essermi mai davvero trovato nella condizione di dover scegliere tra la professione di Vigile del Fuoco e quella di arbitro. A dire il vero c’è stato un momento critico quando il  passaggio di qualifica a Capo Squadra rischiava di coincidere con le Olimpiadi di Tokyo. Ma alla fine il destino ha deciso per me…

Oggi per i miei amici arbitri sono “il pompiere”, mentre per i colleghi vigili del fuoco sono “l’arbitro”…

A cosa posso ancora aspirare? Inutile girarci attorno: dopo avere perso causa situazione Covid “il treno” per Tokyo, sogno Parigi 2024. Conto sul tifo di tutti!

[Ha collaborato: Massimiliano Famoso]

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