INTERVISTA al dott. Marco Bartoli
Medico Chirurgo. Già Docente in Medicina Cinese e Medicina Ayurvedica presso Libera Università Leonardo Da Vinci di Roma, già Docente in Medicina Omeopatica presso l’Istituto Paracelso di Roma. Attualmente Docente presso l’Istituto Naturopatia Rudy Lanza.
Nel mondo della conoscenza olistica del dott. Bartoli si fonde la Medicina occidentale e quella Orientale. Con la sua formula della Longevità muove quei 7 tasti che vanno mossi in modo armonico: Equilibrio nel tuo livello spirituale + mentale + emotivo + Attività fisica + l’alimentazione sana + le terapie naturali + le ginnastiche mediche (uso della respirazione come cura). Nel percorso di cura non esiste un protocollo ma la persona. Un percorso personale che passa dal piano fisico di depurazione, al riequilibrio energetico e terapeutico. Il corpo ti indica con i sintomi il sentiero che devi percorrere. Fai entrare l’energia delle piante ed il corpo risponde. Come una partita a scacchi ogni tocco di un elemento provoca una reazione negli altri. Però prima di iniziare una cura con il dott. Bartoli occorre porsi, come diceva Ippocrate, una domanda: Cosa sei disposto a cambiare nella tua vita?Inizia così un nuovo percorso…
Dott. Bartoli lei è un medico chirurgo con un curriculum veramente importante. Cosa ha trovato di importante nell’Omeopatia?
C’era la natura e mancavano gli effetti collaterali del farmaco. C’era la cura ed anche il tassello psicologico, emotivo e spirituale. Dopo 6 anni di medicina, 1 anno di tirocinio, 4 anni di Psicologia ancora avevo fame di conoscenza. Ho frequentato, quindi, una scuola triennale di Omeopatia specializzandomi e poi, sono diventato anche docente. La mia carriera medica iniziò con la Medicina Omeopatica. Nel corso degli anni, ho approfondito anche la medicina cinese.
Che rapporto ha con la medicina ufficiale?
L’aspetto importante è che sono il trait d’union tra il medico e l’esperto in piante medicinali. La medicina offre un ventaglio diagnostico che è essenziale, sulla terapia a volte si può sostituire il farmaco con un rimedio naturale.
Quali sono i valori per lei più importanti?
Il senso dell’uno con il tutto, il senso di appartenenza alla natura e, quindi, non posso tradirla. Sono uno strumento. Il «Medicus curat, natura sanat: il medico cura, la natura guarisce. In ogni pianta c’è qualcosa che anche gli antichi conoscevano che è fonte benefica.
Quali rimedi impiega, quindi, nelle sue terapie?
L’Omeopatia, la fitoterapia, la gemmoterapia, la medicina ayurvedica, la medicina cinese, gli oligo alimenti ed integratori alimentari. Durante la visita, ascolto molto e la mia opera è quella di depurare. Curare il sintomo e capire cosa ti porta lo squilibrio. E’ importante ritrovare la propria energia e capire la tua costituzione di appartenenza.
Oltre alla cura cosa prescrive?
L’ascolto interiore perché durante la cura vengono fuori tossine fisiche e psichiche. Si prendono delle prese di coscienza, si accede a verità che non si vedevano perché proprio le tossine bloccano gli organi ma anche delle facoltà. Ricercare la sottile essenza di energia che deve fluire in modo armonico così, non sei più attaccabile dalle malattie. Il senso dell’esistenza è quello di essere fedeli a noi stessi.