Morti sul lavoro: una piaga che non può più essere tollerata
Il tragico binomio dalla drammaticità ciclica di crescita economica, sviluppo produttivo, e aumento grave degli infortuni mortali sul lavoro non può più essere tollerato. Le risorse economiche del PNRR, gli incentivi economici e la spinta alla ripresa sono sicuramente segnali di grande rilevanza per un Paese che, come l’Italia, ha pagato molto le conseguenze della pandemia. Prima di tutto in termini di vite umane, ma in modo non meno rilevante sul fronte delle perdite, dal punto di vista dell’occupazione, del potere di acquisto delle famiglie, della certezza del lavoro.
Ma la crescita degli accadimenti mortali sul lavoro, confermata non solo dai dati pubblicati dall’INAIL, ma dalla quotidiana triste cronaca, non può essere il prezzo da pagare per una ripartenza degna di essere considerata tale. I segnali sono già evidenti di un fenomeno che si sta consolidando e che se non interrotto andrà solo crescendo. La forte migrazione che sta avvenendo tra le occupazioni deve prevedere interventi specifici di accompagnamento nell’acquisizione delle nuove competenze. Con la flessione importante avuta in molti settori, a partire dalla ristorazione e dal turismo, molti lavoratori stanno approdando al mondo dell’edilizia, in forte crescita e ricerca di manodopera per far fronte all’ampia richiesta di interventi spinti dal bonus del 110%, così come anche i grandi lavori che si andranno a realizzare sul piano delle reti infrastrutturali della mobilità ferroviaria e dell’energia, resi possibili dai finanziamenti comunitari.