Prima maggio del 1947 – La strage di Portella della Ginestra
da Wikipedia
La strage di Portella della Ginestra fu un eccidio commesso il 1º maggio 1947 in località Portella della Ginestra, nel comune di Piana degli Albanesi in provincia di Palermo, da parte della banda criminale di Salvatore Giuliano che sparò contro la folla di contadini riuniti per celebrare la festa dei lavoratori, provocando undici morti e numerosi feriti.
Le motivazioni della strage, che dette inizio in Italia alla crisi del maggio 1947 e che nei giorni successivi fu seguita da assalti a sedi dei partiti di sinistra e delle camere del lavoro della zona, risiedono, oltre che nella dichiarata avversione del bandito nei confronti dei comunisti, anche nella volontà dei poteri mafiosi e dell’indipendentismo siciliano e delle forze reazionarie di mantenere i vecchi equilibri nel nuovo quadro politico e istituzionale nato dopo la seconda guerra mondiale.
Nonostante non siano mai stati individuati i mandanti, sono certe le responsabilità degli ambienti politici siciliani, con l’aiuto di alcune frange statunitensi, interessati a intimidire la popolazione contadina che reclamava la terra e aveva votato per il Blocco del Popolo nelle elezioni del 1947.
Queste sono le undici vittime, così come riportate dalla pietra incisa posta sul luogo del massacro:
- Margherita Clesceri (minoranza albanese, 37 anni)
- Giorgio Cusenza (min. albanese, 42 anni)
- Giovanni Megna (min. albanese, 18 anni)
- Francesco Vicari (min. albanese, 22 anni)
- Vito Allotta (min. albanese, 19 anni)
- Serafino Lascari (min. albanese, 14 anni)
- Filippo Di Salvo (min. albanese, 48 anni)
- Giuseppe Di Maggio (12 anni)
- Castrense Intravaia (29 anni)
- Giovanni Grifò (12 anni)
- Vincenzina La Fata (8 anni)
Rimasero ferite oltre 30 persone, di cui 27 gravi. Alcuni di questi feriti morirono in seguito alle ferite riportate