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Grazie a Laura Massaro la PAS non esiste più

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SIMONA CONSONI

Il mese di Marzo Laura Massaro e tutte le madri definite “alienanti” e tutte le donne con minori denuncianti violenza domestica hanno meno da temere. Vittoria delle bambine e dei bambini prelevati in modo indegno mani e piedi e trascinati via dai loro affetti e dalle loro case in preda all’angoscia, in nome di quella spazzatura chiamata alienazione genitoriale che ha prevalso per troppo tempo sui principi del diritto.

Questi bambin* hanno, oggi, il diritto di essere ascoltati se e quando manifestano timore nei confronti di uno dei due genitori.La Corte di Cassazione, con ordinanza 9691/2022, ha accolto in ogni punto il ricorso di Laura Massaro ed ha cassato la decisione della Corte d’Appello di Roma che l’aveva dichiarata decaduta dalla responsabilità genitoriale e aveva predisposto il collocamento coatto del figlio in una casa famiglia.

Le avvocate Teresa Manente, Ilaria Boiano e gli avvocati Antonio Voltaggio e Lorenzo Stipa che hanno rappresentato Laura Massaro nel ricorso, hanno commentato l’ordinanza che rende giustizia alle madri che cercavano solo di tutelare i figli. “Questa ordinanza – ha detto Teresa Manente in una nota alla stampa – ha cassato la decisione della Corte di appello di Roma poiché ha inteso realizzare il diritto alla bigenitorialità rimuovendo la figura genitoriale della madre e ciò sulla base di apodittiche motivazioni che richiamano le consulenze tecniche –(io le chiamo CTU malevole, n.d.r.) tutte volte all’accertamento dell’alienazione parentale, nonostante la stessa sia notoriamente un costrutto ascientifico e ha stigmatizzato quelle consulenze che fanno riferimento al postulato patto di lealtà tra madre e figlio, o al condizionamento psicologico, tutti termini che richiamano ancora la sindrome dell’alienazione parentale. Il richiamo alla sindrome d’alienazione parentale e ad ogni suo, più o meno evidente, anche inconsapevole, corollario, non può dirsi legittimo, costituendo il fondamento pseudoscientifico di provvedimenti gravemente incisivi sulla vita dei minori, in ordine alla decadenza dalla responsabilità genitoriale della madre”. E vittoria sia. Ora si passi al vaglio, serio, di tutte le CTU che vengono poste in atto in quasi ogni procedimento di separazione non consensuale. E’ lecito domandarsi: cui bono?

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