Esclusa la legittima difesa domiciliare per chi spara solo per recuperare il bene
Scatta l’omicidio per il padrone di casa che spara al ladro solo per recuperare la refurtiva e non per scongiurare un imminente pericolo. La Cassazione (sentenza 23977) ha così confermato la condanna a nove anni per omicidio a carico di Mario Diana, il meccanico campano che nel 2016, in occasione di un blitz notturno in casa sua da parte dei ladri, sparò ad uno di loro che stava fuggendo con la macchina rubata dal garage. Imputato inizialmente per eccesso di legittima difesa, l’uomo era stato poi condannato dalla Corte d’Appello per omicidio in seguito agli esami balistici secondo i quali non aveva sparato dal balcone di casa, come inizialmente riferito, ma ad altezza uomo. Per i giudici di appello l’imputato non aveva agito sull’onda del patema d’animo per il timore dell’incolumità dei figli, ma aveva sparato al ladro, poi abbandonato senza vita dai complici davanti ad un pronto soccorso, per recuperare l’Audi che questo aveva tentato di rubargli. Colpi esplosi, secondo la Suprema corte, al di fuori del cancello di casa.