Femminicidio: la gelosia non scrimina e non altera la capacità
Annamaria Villafrate – Con la sentenza n. 28561/2022 (sotto allegata) la Cassazione rigetta il ricorso presentato dal difensore un soggetto ritenuto responsabile di femminicidio nei confronti della moglie. La premeditazione emerge dalle modalità dell’omicidio, annunciate e confidate a diversi conoscenti alcuni mesi prima dell’accaduto.
La gelosia inoltre non scrimina la condotta se non rientra in un disturbo della personalità, ma è solo il frutto di una personalità violenta e autoritaria, poco incline a riconoscere come errata la propria condotta, ma solo quella della vittima, solo perché ha manifestato il desiderio di separarsi.
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