i Vigili del Fuoco precari cosiddetti “discontinui” sono assunti con procedure illegittime. L’unione europea vieta le discriminazioni ai danni dei precari della pubblica amministrazione
COMUNICATO STAMPA CUB PUBBLICO IMPIEGO
Il governo italiano sulla questione precariato della pubblica amministrazione fa come le tre scimmiette “non vede, non sente, non parla”. I Vigili del Fuoco precari cosiddetti “discontinui” sono assunti con procedure illegittime. L’Unione Europea vieta le discriminazioni ai danni dei precari della pubblica amministrazione
L’Unione Europea nel 2019 ha avviato una procedura di infrazione nei confronti del Governo italiano per eliminare le discriminazioni ai danni dei precari nella pubblica amministrazione, procedura che a breve dovrebbe concludersi con una sanzione pesantissima. In particolare nelcorpo nazionale dei vigili del fuoco esiste una forma di precariato talmente estesa che di fatto regge le sorti dei servizi di prevenzione incendi e tutela della sicurezza dei cittadini e del territorio.
Un comparto, quello dei vigili del fuoco, che ha delle regole contraddittorie: per legge il corpo nazionale vigili del fuoco è costituito solo dal operatori assunti a tempo indeterminato. Il precariato non dovrebbe esistere quindi, ma tant’è che 10 mila vigili del fuoco discontinui sono sempre stati classificati come “volontari” pur essendo percettori di regolare busta paga e contribuzione previdenziale.
Giuridicamente quando si percepisce una busta paga e il versamento della contribuzione è in atto un rapporto di lavoro di tipo subordinato e, infatti, i discontinui percepiscono regolare busta paga, hanno una posizione INPS con contribuzione versata, al momento dell’assunzione in servizio, pur non firmando un contratto individuale di lavoro. Il loro rapporto con il ministero dell’interno, quindi, non è formalizzato giuridicamente con un contratto che li riconosca dipendenti a tempo determinato e che individui anche le motivazioni della loro assunzione: motivazioni che sono obbligatorie per legge.
L’intervento della UE riconosce a questa tipologia di lavoratori lo status di precari intervenendo a gamba tesa sulla normativa farraginosa del Dipartimento dei Vigili del Fuoco. Un ginepraio di norme illegittimo che, come sindacato, abbiamo sempre contestato in tutte le sedi istituzionali e politiche e anche in un recente incontro con il sottosegretario con delega ai vigili del fuoco, on. Carlo Sibilia, non trovando mai alcun riscontro.
Il Governo italiano a breve rischia di essere pesantemente sanzionato dall’Unione Europea per discriminazioni nei confronti di migliaia di lavoratori precari del comparto vigili del fuoco: per evitare questo basterebbe assumerli attraverso una procedura di stabilizzazione diretta visto che sono lavoratori che hanno già superato prove selettive e sono adeguatamente formati per essere subito operativi.
La stabilizzazione diretta dei vigili del fuoco precari è una procedura a costo zero che risparmierebbe all’Italia un inutile esborso di quattrini pubblici e che darebbe ossigeno agli asfittici organici del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. In questo modo si investirebbe concretamente nella sicurezza il territorio italiano sanando contemporaneamente una forma di precariato che, paradossalmente, nel mondo del lavoro privato è vietata proprio dalla legislazione italiana.