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Iran, altra studentessa uccisa a manganellate: colpita sulla testa durante le proteste come Masha Amini

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Un nuovo episodio di violenza che non ha lasciato indifferenti i manifestanti che oramai da oltre 50 giorni stanno protestando per le strade, a rischio della propria vita, e che oggi hanno voluto ricordare la studentessa marciando a Marivan, sua città natale nel Kurdistan iraniano. I manifestanti hanno cantato vari slogan antigovernativi come «Morte a Khamenei», bloccato alcune strade, e accusato il governo di aver forzato la sepoltura della donna in fretta e furia questa mattina.

Ma le forze dell’ordine anche stavolta li hanno contrastati con il pugno di ferro a suon di proiettili, ferendone almeno 35 secondo la Afp. Tra le altre accuse al regime anche quella di aver costretto il padre ad annunciare che la causa della morte della figlia era legata ad una «malattia» o una «intossicazione», versione simile a quella adottata dalle autorità per il caso di Mahsa Amini, la ventiduenne curda morta a settembre, anche lei per le percosse alla testa da parte della polizia morale, durante l’arresto per non aver indossato correttamente il velo islamico. 

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