Terremoto di Messina – 28 dicembre 1908
Il sisma, di magnitudo 7,1 Mw, accadde alle ore 5:20:27 (ora locale) del 28 dicembre 1908 e danneggiò gravemente le città di Messina e Reggio Calabria nell’arco di 37 secondi. Metà della popolazione della città siciliana e un terzo di quella della città calabrese perse la vita.
La notte i sismografi registrarono il verificarsi di un terremoto di grande magnitudo. Il sisma risultò inquadrabile settorialmente in una zona ubicata in Italia. Nessuna più precisa informazione al riguardo era tuttavia disponibile: rimanevano solo le tracce marcate dai pennini sui tabulati degli osservatori sismici, che gli studiosi cominciarono velocemente ad analizzare e interpretare. I telegrafi infatti cominciarono a ticchettare, mentre i tecnici rimasero in attesa di ottenere e scambiare notizie
Lunedì 28 dicembre 1908 un terremoto di 7,25 Mw[2] (XI Mercalli) si abbatté violentemente sullo Stretto, colpendo Messina e Reggio nella primissima mattinata (5:20 ora locale circa). Uno dei più potenti sismi della storia italiana aveva quindi colto la regione nel sonno, interrotto tutte le vie di comunicazione (strade, ferrovie per Palermo e Siracusa, tranvie per Giampilieri e Barcellona, telegrafo, telefono), danneggiati i cavi elettrici e le tubazioni del gas, e sospeso così l’illuminazione stradale fino a Villa San Giovanni e a Palmi. Con lo strascico di un maremoto, l’evento devastò particolarmente Messina, causando il crollo del 90% degli edifici.
Una recente tesi sostiene che in realtà il maremoto successivo al terremoto sia stato causato da una frana sottomarina e non direttamente dal sisma[18], frana da posizionarsi, sempre secondo gli stessi studi, tra lo specchio d’acqua di fronte a Giardini Naxos e quello prospiciente il quartiere “Pozzo Lazzaro” di Santa Teresa di Riva.