Processo Open Arms, Conte testimone: “Mai sentito di terroristi a bordo. Salvini? Voleva farmi passare come un debole sui migranti”
“Non ho mai detto né sostenuto, internamente o pubblicamente che senza la redistribuzione dei migranti non si potesse concedere il Pos (Place of Safety, ovvero dell’indicazione del porto sicuro, ndr), che era una responsabilità amministrativa del ministero degli Interni”, è questo il cuore dell’udienza dell’ex presidente del consiglio Giuseppe Conte, oggi nell’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo, al processo per rifiuto d’atti d’ufficio e sequestro di persona a carico di Matteo Salvini: il leader della Lega è accusato di sequestro di persona, per il mancato sbarco dei 147 migranti a bordo della nave e di rifiuto d’atti d’ufficio, perché si rifiutò di concedere il Pos, nonostante la pronuncia del Tar che aveva bocciato il decreto di divieto di accesso nella acque italiane. Il caso è quello della Open Arms, l’Ong spagnola che nell’agosto del 2019 restò per venti giorni – dal primo agosto al 20 – senza poter sbarcare, soggetta a un decreto di divieto di sbarco da parte del ministro dell’Interno, all’epoca Matteo Salvini.
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