Medico di famiglia: obbligato a visitare a domicilio?
Il medico di base è il primo ed essenziale riferimento quando si tratta di numerose attività legate alla sanità, ad esempio per la richiesta di analisi, per la redazione ricette e certificati, per consigliare visite specialistiche o per prescrivere farmaci. In sostanza, rappresenta un indispensabile collegamento tra il cittadino e il Servizio Sanitario Nazionale.
Se di norma l’attività del medico di base si svolge presso un ambulatorio, è legittima la richiesta di una visita domiciliare, ma ciò solo in caso l’ammalato versi in condizioni di “non trasferibilità” oppure se il suo stato di salute gli impedisca di recarsi presso lo studio.
L’argomento della visita domiciliare è alquanto dibattuto. In materia, ossia sulla disciplina del medico di base, non esistono apposite leggi e la fonte da tenere in considerazione è rappresentata dagli accordi collettivi nazionali sottoscritti dalle rappresentanze sindacali dei medici.
Medico di base: la visita in studio
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A norma dell’Accordo Collettivo Nazionale dei medici di base, lo studio del medico di famiglia deve essere aperto 5 giorni a settimana, preferibilmente dal lunedì al venerdì, e garantire l’apertura per almeno due fasce giornaliere (pomeridiane o mattutine) a settimana e comunque con apertura il lunedì.
L’orario di apertura deve essere congruo, definito anche in base alle necessità dei pazienti iscritti nel suo elenco, idoneo a garantire una prestazione medica corretta, efficace e funzionale alla migliore assistenza dei pazienti. Il medico è comunque obbligato a un orario di:
- 5 ore settimanali fino a 500 assistiti;
- 10 ore settimanali da 500 a 1000 assistiti;
- 15 ore settimanali da 1000 e 1500 assistiti.
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