cronaca

L’intollerabile scaricabarile sullo sfondo della strage di migranti a Cutro

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 mare ha tradito la promessa di un futuro diverso, è diventato una trappola mortale. È l’alba di domenica. È l’inizio di una strage. Il sogno si infrange a pochi metri dalla riva, come le centinaia di migliaia di pezzi del caicco, quel vecchio peschereccio che avrebbero dovuto condurre 180 persone verso la salvezza. Le redazioni ricevono decine, centinaia di email e messaggi. Tutto prevedibile: solidarietà, vicinanza, accuse all’Europa, al Governo.

Per il ministro Piantedosi «l’unica cosa che va detta e affermata è: “non devono partire”. Non ci possono essere alternative. Noi lanciamo al mondo dei territori da cui partono queste persone questo messaggio, etico prima di tutto: in queste condizioni non bisogna partire». Insomma, per il ministro la responsabilità è delle povere vittime, colpevoli forse di sognare un futuro diverso. Le parole del titolare del Viminale diventano un caso. Le opposizioni chiamano il ministro a riferire in Parlamento sul naufragio e sulle politiche del governo.

lacnews.24.it

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