13 marzo 2013: dieci anni di ciclone Bergoglio
Ovviamente a partire da quella allocuzione, quel “buona sera”, quel riferimento ai suoi fratelli cardinali riuniti per eleggere, “voi sapete…”, il vescovo di Roma e poi quell’inchino, il pregare l’uno per l’altro, la fratellanza, la “grande fratellanza”. Ma non è quella sera che voglio ricordare nel decimo anniversario di questo pontificato. Voglio invece accennare alla mia ricerca del motivo per cui ho avvertito quella sera e seguitato ad avvertire i giorni e i mesi successivi di Francesco come un ciclone che mi riguardava. Perché? Cosa ho percepito allora e cosa ho capito con il tempo? Sono arrivato al punto per caso un giorno del 2015, quando ho cominciato a leggere un bel libro di Jorge Mario Bergoglio pubblicato da Sant’Egidio e intitolato: “Uno sguardo su Cuba. L’inizio del dialogo”. Leggendo ho capito, finalmente, dopo due anni di ricerca. Grazie a questo librino ho avuto la certezza che lui è un vero pluralista. C’è un paragrafo infatti nel volume che si intitola “il pluralismo come riflesso dell’immensità di Dio”.
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