“Grazie delle informazioni, ciao”. La risposta all’Sos di Sea Watch imbarazza la Guardia Costiera. La replica: “Non c’erano i mezzi”
Sea Watch ha pubblicato le conversazioni avute con le autorità italiane e libiche sabato 11 marzo per segnalare la presenza di un barcone in difficoltà, partito dalla Libia. L’imbarcazione, con a bordo 47 migranti, da lì ad alcune ore si ribalterà provocando l’annegamento di 30 persone. Secondo la ong il primo sos è stato inviato attorno alle 2 e mezza di mattina, alle 10 l’aereo Sea Bird avvista il barcone lanciando una richiesta di aiuto raccolta da un mercantile. Alle 17 del pomeriggio – secondo la ricostruzione di Sea Watch – ancora non erano partite operazioni di soccorso, nè dalla Libia, né dall’Italia. Ora con un comunicato congiunto Alarm Phone, Mediterranea Saving Humans e Sea-Watch accusano: “Le autorità italiane e maltesi hanno lasciato ancora una volta persone morenti in mare. Questa volta, la loro politica di non assistenza e la delega dei loro compiti alla cosiddetta Guardia Costiera libica ha portato alla morte di 30 persone che si trovavano su un barcone in difficoltà in acque internazionali, nella contestata area di ricerca e soccorso libica”. “Solo 17 persone sono sopravvissute grazie all’intervento di una nave mercantile – accusano le Organizzazioni non governative – Le 30 persone morte potrebbero essere ancora vive, se solo le autorità italiane e maltesi avessero deciso di coordinare immediatamente un’operazione di soccorso adeguata”.