Vigile del fuoco morto durante un’immersione subacquea, il ministero dell’Interno chiede indietro l’equo indennizzo alla famiglia
Un vigile del fuoco è morto nel 2011 durante un’immersione subacquea davanti l’Isola d’Elba. La vedova aveva ottenuto il riconoscimento della causa di servizio e l’equo indennizzo. Una vicenda che, per una volta, si era conclusa senza la necessità di ricorrere ad estenuanti procedimenti giudiziari.
Invece, 5 anni dopo, il Ministero dell’Interno ha annullato il precedente decreto e respinto la domanda. Quando ormai la famiglia di Giorgio Tinagli stava trovando una nuova serenità dopo la morte dell’uomo, a soli 45 anni, il provvedimento è stato letto come un accanimento. Al loro fianco si è schierato l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio nazionale amianto, che con un ricorso al Tar ha rimesso le cose a posto. I giudici amministrativi del Lazio hanno, infatti, considerando l’ultimo atto del ministero illegittimo.
I fatti risalgono al 17 ottobre 2011, quando Tinagli si è immerso in località “Punta del Nasone, Marciana Marina”. Purtroppo poco dopo è stato colpito da un collasso cardiocircolatorio che non gli ha dato scampo. Nel 2012 la moglie ha presentato al Comando provinciale dei vigili del fuoco di Livorno l’istanza per il riconoscimento di causa di servizio. Il ministero dell’Interno nel 2015 la riconobbe e concesse un equo indennizzo di 8.525 euro per la vedova e la stessa somma per ognuna delle due figlie. Nel 2016 madre e figlie hanno chiesto anche il riconoscimento dello status di vittima del dovere di Tinagli. A questo punto, però, il ministero dell’Interno ha annullato il provvedimento con il quale aveva riconosciuto la causa di servizio. Sarebbe emerso, infatti, un nuovo documento che attestava che l’incidente del vigile del fuoco fosse avvenuto fuori dal servizio. L’uomo in quel momento non avrebbe effettuato “attività per conto dei vigili del fuoco, ma quale volontario della Associazione Explore Team Chimera che operava in convenzione con l’allora Sovraintendenza Archeologica Regione Toscana”.
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