Il periodo dell’adolescenza
MARIA FERRARA
Senza dimenticare che, per i giovani, tale periodo è caratterizzato da forti turbamenti interiori, nonché da una ricerca sofferta, ma fortemente voluta, di una comunicazione con il mondo esterno.
Sono i figli che non vogliono dialogare con gli adulti perché, più delle volte, hanno la sensazione di avere a che fare con un genitore monolitico, impenetrabile, inattaccabile e pertanto scambiano ogni consiglio per una predica carica di colpevolizzazioni che automaticamente rifiutano.
Il problema si accentua proprio perché non riuscendo a condividere sentimenti, emozioni e pulsioni, i genitori non riescono più a comprendere il vissuto interiore del figlio, finendo così per non ascoltarlo o, peggio ancora, ad interpretare, diagnosticare, etichettare quanto il ragazzo dice.
Ed è proprio questa mancanza di comunicazione relazionale ad esasperare il periodo adolescenziale. Tuttavia c’è un modo nuovo per ripristinare tale contatto, mutando l’atteggiamento che si aveva prima con il bambino con un altro, più empatico, che lo faccia sentire accettato così com’è.
Gli adulti dovrebbero imparare ad ascoltare l’adolescente in un modo diverso: a guardarlo attraverso il corpo che è diventato il suo veicolo privilegiato di comunicazione.
Tentare di capire attraverso questo linguaggio cosa sta succedendo all’adolescente e quale disagio sta comunicando.
Capire che i giovani preferiscono utilizzare il proprio corpo come strumento di linguaggio, anziché quello verbale di cui ancora non hanno il pieno possesso.
L’aspetto esteriore esprime sempre e comunque, un messaggio rivolto agli altri, ma anche a sé stessi.