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Ok della Camera al decreto migranti, ma c’è il nodo ricorsi

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Ma c’è un punto del decreto al quale il Governo dovrà rimettere mano. Si tratta dell’articolo 7 ter, che venne riscritto in un emendamento presentato dal governo a Palazzo Madama, che di fatto limiterebbe il diritto di difesa del migrante. Se la Commissione Territoriale dichiara inammissibile la sua domanda d’asilo, lui, in teoria, alla luce di questa norma, non potrebbe più impugnarla. E questo sarebbe “lesivo della Costituzione”.

Territoriale dichiara inammissibile la sua domanda d’asilo, lui, in teoria, alla luce di questa norma, non potrebbe più impugnarla. E questo sarebbe “lesivo della Costituzione”.

Ma non è solo l’opposizione a contestare l’articolo del decreto. Tra gli ordini del giorno presentati ce n’è anche uno firmato da un deputato della maggioranza, Gianfranco Rotondi (FdI), che invita il governo e rivedere il punto, magari anche in sede di ‘correzione formale del testo’. I primi a sollevare dubbi sulla misura, in realtà, erano stati i componenti del Comitato per la legislazione della Camera. E, secondo quanto si apprende, l’ipotesi di rivedere la norma è stata condivisa con il Quirinale che avrebbe dato il via libera a quanto emerso dalla riunione del Comitato per la Legislazione che già il 26 aprile scorso aveva invitato l’Esecutivo a valutare “l’opportunità di specificare se la modifica”, introdotta al Senato, “debba essere interpretata nel senso che il ricorso avverso le decisioni di inammissibilità sia realmente precluso” o meno. Visto che la possibilità di impugnare anche la dichiarazione di inammissibilità è ricompresa “ne

ANSA

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