Cassazione: il saluto fascista è reato
Costa caro il saluto romano e la chiamata del presente a un gruppo di manifestanti, la cui responsabilità penale “riguardo al pericolo che, tramite la diffusione e il proselitismo delle idee fasciste, possa essere ricostituita una organizzazione fascista”, è stata confermata dalla prima sezione penale della Cassazione (sentenza n. 12049/2023 sotto allegata).
Nella vicenda, la Corte d’appello di Milano, in parziale riforma della sentenza del Gip, confermava la declaratoria di responsabilità di alcuni soggetti per il concorso, fra loro e con altri non identificati, nel compimento, durante un raduno autorizzato in occasione di una commemorazione, di manifestazioni usuali del disciolto partito fascista, quali la “chiamata del presente” con il braccio destro e il palmo della mano rivolti verso l’alto, effettuando il “saluto romano”, convalidando la condanna alla reclusione e alla multa per ciascuno degli imputati.
Questi ultimi ricorrono al Palazzaccio insistendo sulla legittimità dei comportamenti tenuti solo per finalità commemorative di “tre caduti vilmente uccisi da avversari politici”, come da precedente giurisprudenza della Cassazione stessa (cfr. tra le altre Cass. n. 11038/2016), nonché tra l’altro sul mancato riconoscimento dell’attenuante per “aver agito per motivi di particolare valore morale o sociale, trattandosi di una commemorazione funebre nella quale si è espresso il senso religioso e la partecipazione umana degli imputati”.
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