Pnrr, il piano b del Tesoro. Senza i soldi delle rate Ue, si valuterà nuovo debito
ROMA – A Palazzo Chigi e al Tesoro, l’impatto sulle casse pubbliche è stato già messo in conto. “Inevitabile”, è l’aggettivo che utilizza una fonte di governo per spiegare perché ora bisogna pensare a un paracadute, per non cadere nel precipizio che rischia di aprirsi a causa del mancato incasso della terza rata del Pnrr, che vale 19 miliardi. E la caduta può essere ancora più dolorosa perché la quarta rata, da 16 miliardi, potrebbe arrivare addirittura l’anno prossimo.
Ma c’è un problema: il paracadute ha a che fare con un tema sensibile. Si chiama debito pubblico. Perché la soluzione a portata di mano c’è: modificare il calendario delle emissioni previste per quest’anno, aumentando il valore già fissato all’interno di un intervallo importante, tra i 310 e i 320 miliardi. Ma allargare il perimetro significherebbe appesantire il fardello del debito.
Ecco perché l’idea è ancora in fase di valutazione. E tenuta riservata, per evitare che qualcuno, leggere opposizioni, possa cavalcare la questione, dando per assodata una decisione che non è stata ancora presa.
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