Gimbe: “La Sanità va esclusa dalle materie oggetto dell’Autonomia differenziata”
L’Autonomia differenziata, così come prospettata dal ddl Calderoli, non farà che acuire le già enormi differenze esistenti tra i servizi sanitari delle diverse Regioni in termini di qualità e disponibilità di servizi: ne è convinta la Fondazione Gimbe anche alla luce dei dati dell’ultimo monitoraggio dei Livelli essenziali di assistenza effettuato dal Ministero della Salute.
“Secondo il Ddl Calderoli sull’autonomia differenziata – scrive Gimbe in una nota – le materie per le quali sono necessari livelli essenziali di prestazioni (LEP) non possono essere trasferite dallo Stato alle Regioni prima della definizione stessa dei LEP, al fine di garantire in tutto il territorio nazionale un livello di prestazioni minime, evitando che il trasferimento di competenze alle più ricche Regioni del Nord determini un peggioramento dei servizi per i cittadini del Sud”.
“Tuttavia, qualche giorno fa il Comitato per l’individuazione dei LEP – sottolinea Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – ha suggerito una pericolosa scorciatoia per la sanità, per la quale non sarebbe necessario definire i LEP in quanto già esistono i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). LEA che, nonostante la loro definizione nel 2001, il loro monitoraggio annuale e l’applicazione di piani di rientro e commissariamenti, di fatto non sono esigibili in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale, con grandi diseguaglianze tra Nord e il Sud”.
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