La tragedia. Boschi in fiamme in Grecia al confine turco: arsi vivi 26 immigrati
In tutto 26 corpi e tra loro quelli di due bambini (il numero è cresciuto rispetto ai 18 che erano stato segnalati ieri sera: tutti carbonizzati dal fuoco che investe la Grecia, in uno degli anni peggiori sul fronte incendi nel Paese (sono bruciati in tre giorni oltre 400mila ettari): sono stati trovati nella foresta di Dadia, vicino alla città portuale di Alessandropoli, nell’estremo nord-est; altri sono stati rinvenuti a Lefkimmi, in una zona vicino alla foresta di Evros. Il portavoce dei vigili del fuoco, Giannis Artopioros, ha affermato che i cadaveri sono stati scoperti in gruppo e che, non essendoci denunce di persone scomparse, si lavora sull’ipotesi che si tratti di persone entrate irregolarmente nel Paese. Oltre agli incendi ad Alessandropoli, preoccupano i focolai nella prefettura dei Rodopi, ad Aspropyrgos, nell’Attica occidentale, e quelli nella Beozia. A proposito di migranti. Esisterebbe una correlazione tra il naufragio del peschereccio Adriana al largo di Pylos a metà giugno, con le sue oltre 600 persone inghiottite dal mare, e il cambio di strategia e di modalità con cui le autorità greche, da luglio, operano i consueti respingimenti di migranti verso la Turchia. «La situazione degli arrivi sulle isole dell’Egeo è drasticamente cambiata.
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