“Spesso i poveri mangiano meglio”, da un’idea, malsana, di Francesco Lollobrigida
La povertà è un tema così complesso – per l’Istat riguarda un italiano su quattro – che la politica più facilona e populista, come quella di Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare, finisce ciclicamente per sbatterci il muso incassando figure miserevoli. Prima c’erano quelli che l’avevano addirittura abolita (leggi: Luigi Di Maio e il Movimento 5 Stelle): eppure 2,6 milioni di persone nel nostro paese vivono in condizioni di grave deprivazione materiale e sociale. Evidentemente era un’allucinazione. Adesso ci sono quelli che non solo hanno tagliato da un giorno all’altro un sostegno certo controverso come il reddito di cittadinanza gestendo tuttavia l’operazione in modo irrispettoso e traumatico ma pensano anche che “spesso i poveri mangiano meglio, perché comprano dal produttore e a basso costo prodotti di qualità“. Chissà se il produttore accetta la carta-mancia da 382 euro e spiccioli che, fra l’altro, non è arrivata neanche a tutti quelli che ne avrebbero diritto.
Ovviamente l’autore della sfortunata frase, che ignora lo studio di qualsiasi rapporto sul tema e quattro nozioni nella correlazione fra qualità dell’alimentazione e livelli di reddito, è lui: Francesco Lollobrigida, il cognato d’Italia e ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare. Si tratta di una frase pronunciata nel corso di un incontro sul tema sicurezza alimentare e sostenibilità al Meeting di Comunione e liberazione di Rimini, la passerella mediatico-politica di fine estate. Anche se quell’uscita (“Spesso i poveri mangiano meglio“) suona quasi come il titolo del prossimo libro del generale Vannacci.
https://www.wired.it/article/lollobrigida-poveri-mangiano-meglio/