Salvini c’è riuscito: ha fatto arrabbiare tutti
Irritati Meloni e Crosetto, non per la richiesta del blocco navale (irrealizzabile), ma per aver evocato la Marina militare dopo che lui stesso la escluse delle operazioni di salvataggio dei migranti. Ricostruzione inedita dello scazzo di governo nella notte di Cutro
L’assalto dei migranti, il fallimento della strategia per arginare gli sbarchi, innesca una zuffa nel governo. A Giorgia Meloni e a Guido Crosetto, secondo ciò che filtra da palazzo Chigi e dal quartier generale di Fratelli d’Italia, non è piaciuta affatto l’esternazione televisiva di Matteo Salvini. Quella in cui il vicepremier, ministro dei Trasporti e leader della Lega, ha chiamato in causa la Marina Militare: “Le navi della Marina per fermare gli sbarchi? Non escludo nessun tipo di intervento. A mali estremi, estremi rimedi”.
A far irritare la premier e il responsabile della Difesa non sarebbe lo scippo della vecchia idea del blocco navale. Opzione irrealizzabile, come ricorda il forzista Giorgio Mulè, secondo le regole del diritto internazionale e le leggi del mare: non a caso Meloni, appena approdata a palazzo Chigi, ha riposto frettolosamente il piano nel cassetto. A far arrabbiare Meloni e Crosetto è piuttosto l’incoerenza di Salvini: chiamare in causa la Marina dopo averla esclusa delle operazioni di salvataggio nel Mediterraneo. E avanzare un’ipotesi muscolare che non ha, appunto, alcuna possibilità di essere realizzata. Ed è dunque “sgradevole propaganda”
Tant’è che da palazzo Chigi fanno filtrare all’HuffPost, non senza una dose di veleno: “Se il ministro dell’Interno” (attenzione, non Salvini) “avanzerà una proposta, questa verrà esaminata. Ma al momento non c’è alcun provvedimento allo studio. L’esternazione televisiva del ministro Salvini non è basata su atti concreti…”.
La tensione è alta non solo perché la Lega ha cominciato a martellare Meloni sul delicatissimo dossier dei migranti (“è troppo timida con la Tunisia, la via diplomatica è inutile per fermare gli sbarchi”, ha detto ieri il vicesegretario Andrea Crippa). A esacerbare lo scontro c’è il fatto che sull’impiego delle navi della Marina militare c’è un brutto precedente.
Fonti di governo fanno notare che nei giorni della strage di Cutro, quando a pochi metri della costa calabrese nella notte del 26 febbraio morirono annegate 94 persone (35 minori), ci fu un duro braccio di ferro. Da una parte Meloni, Crosetto e il sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano. Dall’altra: Salvini e il ministro dell’Interno nonché amico del leader leghista, Matteo Piantedosi.