Troppe malattie tra i vigili del fuoco, l’UE faccia chiarezza. L’europarlamentare Lizzi ha chiesto un impegno preciso della Commissione per l’occupazione e gli affari sociali (Empl)
Probabilità di ammalarsi di cancro tre volte più alta e un’attesa media di vita più bassa del 20 per cento. È giusto che l’Unione Europea si interroghi sulle condizioni di lavoro dei suoi vigili del fuoco, dopo che la questione ha già generato un allarme sociale negli Usa per la pubblicazione di questi dati statistici. La questione è giunta oggi all’attenzione della seduta plenaria del Parlamento europeo grazie alla proposta di risoluzione fatta dall’eurodeputata friulana Elena Lizzi e dopo che la competente Commissione per l’occupazione e gli affari sociali (Empl) aveva già fatto propria all’unanimità l’iniziativa del gruppo Lega-Identità e Democrazia.
“Nell’Unione sono oggi operativi 360mila vigili del fuoco professionisti, a cui si aggiungono 3,2 milioni di volontari – ha dichiarato Lizzi -. Inoltre, la stessa Eurostat mette in evidenza un’età media in costante crescita che porterà a una riduzione degli organici che non potranno più garantire in futuro interventi sicuri ed efficaci sul territorio”.
Da qui la richiesta alla Commissione di impegnarsi per la tutela di tutti i vigili del fuoco europei, partendo da un’inchiesta epidemiologica per accertare il loro stato di salute e le condizioni di lavoro in cui operano. Fattore cancerogeno presente nel loro lavoro quotidiano è, per esempio, l’inalazione di polveri da combustione e sostanze volatili nonostante l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuali. L’operare poi in condizioni di emergenza porta a una frequenza cardiaca costantemente alta, che non solo genera stress nell’immediato, ma anche patologie cardiocircolatorie serie.
FRIULISERA.IT