Von der Leyen ricomincia da 10: a Lampedusa decalogo di proposte già sentite
Riavvolgi il nastro, si ricomincia. Per la precisione, Ursula von der Leyen ricomincia da 10. Tanti sono i punti del piano d’azione che la presidente della Commissione Europea porta a Giorgia Meloni a Lampedusa, dove arriva accompagnata dalla commissaria Ylva Johansson. Nuova emergenza, consueto ricalcolo di proposte già sentite e mai attuate.
C’è da dire che la tedesca ci mette la faccia: “Ora potrete chiedermi conto dell’attuazione”, risponde ai giornalisti in conferenza stampa con la premier, dopo aver visitato l’hotspot ingolfato, ma ‘ripulito’ per l’occasione. Ma l’attuazione del piano non dipende da lei, bensì dagli Stati membri dell’Ue, che anche stavolta non si precipitano a rispondere al suo appello ad aiutare l’Italia con le migliaia di migranti sbarcati negli ultimi giorni sull’isola più vicina alla Tunisia.
Del resto, la novità dell’ultimo anno è che nemmeno il governo italiano lo chiede: Meloni insiste sul rafforzamento dei confini esterni per fermare i flussi, non chiede solidarietà ai suoi amici sovranisti, che non gliela accorderebbero. Quanto al memorandum con la Tunisia, “accelereremo i progetti e l’erogazione dei fondi”, dice la presidente della Commissione europea, ma non fissa date, non raccoglie l’invito della premier ad erogare i fondi per Tunisi senza tenere conto del Fondo monetario internazionale, non le concede il blocco navale, né raccoglie l’idea di organizzare l’esame delle domande d’asilo in Africa. Von der Leyen deve pur cercare di non perdere l’appoggio di socialisti e liberali, prezioso per il suo secondo mandato dopo le europee.