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80° Anniversario del sacrificio del Vice Brigadiere Salvo D’Acquisto, celebrato con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

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GIORGIO G. BOTTARI

Salvo D’Acquisto, eroe italiano Vice Brigadiere dei Carabinieri, è stato ricordato sabato 23 settembre, nell’ottantesimo anniversario della morte, presso la Torre di Palidoro dove fu fucilato, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. 

Numerosissime le autorità che hanno presenziato alla cerimonia, dal Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri il Gen. di C.d.A. Teo Luzi, il Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, l’Ammiraglio Enrico Credendino, e, oltre al Presidente della Repubblica, anche il Ministro della Difesa Guido Crosetto, il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, tra le autorità dello Stato. Presenti anche il fratello dell’eroe sig. Alessandro D’Acquisto e sua nipote il Maggiore Valentina D’Acquisto, che indossa con onore la stessa divisa, e che ha letto con voce chiara e solenne la motivazione della Medaglia d’Oro al Valor Militare, assegnata alla memoria del valoroso familiare.

Alle 17:15, l’ora della morte dell’eroe, Santo Marcianò, Arcivescovo Ordinario Militare per l’Italia, ha benedetto il cippo posto di fronte alla Torre di Palidoro, in cui sono incise le parole “QUI GUARDANDO IL SUO MARE SALVO D’ACQUISTO VICE BRIGADIERE DEI CARABINIERI OFFRÌ ALLA PATRIA LA SUA FIORENTE GIOVINEZZA”.

Salvo D’Acquisto era nato a Napoli il 15 Ottobre del 1920, e non aveva ancora 23 anni quando si offri di immolare la sua giovane vita per salvare i 22 ostaggi che i tedeschi avevano già deciso di fucilare, dopo averli costretti a scavare la loro fossa.

Si trattava di una rappresaglia per la morte di un loro militare ed il ferimento di altri due che erano stati coinvolti dall’esplosione di un ordigno artigianale da loro stessi ritrovato e maneggiato con imperizia proprio nei locali della vecchia torre costiera, ex postazione militare. Una bomba, come riferiva lo stesso Gen. di C d.A Teo Luzi, nascosta probabilmente da pescatori di frodo.

Salvo D’Acquisto, quando capì che non sarebbe stato possibile far ammettere ai militari tedeschi l’accidentalità del fatto, si dichiarò unico responsabile dell’esplosione, per salvare vite innocenti essendo lui stesso innocente.

Si contrappone alla limpida figura dell’eroe la cieca barbarie dei militari invasori, che pur sapendo perfettamente della non colpevolezza del Carabiniere, preferirono mandarlo a morte pur di poter riferire ai superiori che il colpevole era stato individuato.

Il Ministro della Difesa ha commemorato la figura dell’eroe in un lungo discorso, in cui ha evidenziato non solo l’altissimo spirito di sacrificio, ma anche come Salvo D’Acquisto seppe svolgere a pieno l’incarico di protezione dei cittadini a lui affidati come Carabiniere, fino al punto di donare la sua stessa vita per loro.

«Se muoio per altri cento, rinasco altre cento volte: Dio è con me e io non ho paura!» questo aveva dichiarato prima dell’esecuzione Salvo D’Acquisto.

E proprio l’eccezionalità del gesto è stata sottolineato dal giornalista Paolo Mieli, che ha raccontato l’episodio di Salvo D’Acquisto inserendolo nel più tragico periodo storico della guerra per l’Italia, seguita all’armistizio dell’8 settembre 1943, in cui si contarono più di 3000 italiani morti, tra Cefalonia, la corazzata Roma e tanti altri eccidi. Il sacrificio di Salvo D’Acquisto è però unico in questo contesto, perché non legato a disposizioni superiori o collettive ma liberamente scelto.

Un eroe italiano, che ha sacrificato la propria giovane vita per quella degli altri, da non dimenticare mai.

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