Nessun ricongiungimento familiare per i superstiti del naufragio di Cutro: il decreto del Governo cancella le promesse di Meloni
Sono sopravvissuti alla furia del mare e all’ingordigia degli uomini che li hanno stipati in un caicco. Forse però non sopravvivranno alla complessa burocrazia italiana. Sono i sopravvissuti alla strage di Steccato di Cutro avvenuta lo scorso 25 febbraio, che hanno deciso di rimanere in Calabria anche per testimoniare nel processo contro gli scafisti. Erano partiti in 180 dalle coste della Turchia, su quel barchino improbabile. Solo 81 sono sopravvissuti. Una cinquantina, però, hanno chiesto e ottenuto di essere trasferiti in Germania dopo pochi giorni. Gli altri sono ancora qui, affidati alle cure delle associazioni del territorio.
Il naufragio di Cutro e la pessima gestione da parte del Governo aveva indotto il presidente del consiglio, Giorgia Meloni, a convocare i familiari dei superstiti a Montecitorio e promettere loro che presto ci sarebbe stato il ricongiungimento familiare. Nelle stesse ore i sopravvissuti venivano convocati in Questura a Crotone per elencare i parenti con i quali volevano ricongiungersi. Quasi tutti, di fronte alla promessa dello Stato, erano certi che presto avrebbero riabbracciato i loro cari.