Bilanci. Famiglie, i conti che non tornano (anche nella manovra)
Nel giorno in cui Eurostat conferma l’affanno delle famiglie italiane – il 63% dichiara difficoltà a far quadrare i conti, è il dato più alto tra i grandi Paesi dell’Ue – emerge dal decreto Anticipi collegato alla manovra la scelta del governo di destinare a copertura di altre misure 350 milioni non spesi per l’assegno unico alla data del 30 settembre.
Nel complesso, si fa più salato il costo sociale della legge di bilancio varata lunedì dal governo. Alle polemiche per i 350 milioni sottratti dal Fondo per le disabilità e per gli “zero euro” previsti per la non autosufficienza si aggiunge, appunto, la preoccupazione per la scelta di non utilizzare nell’ambito delle politiche familiari le risorse non utilizzate per l’assegno unico. Non solo: nel decreto Anticipi, che va a finanziare la coda lunga del Superbonus, gli aumenti contrattuali, il conguaglio pensionistico e il rinvio, molto oneroso, dei versamenti fiscali degli autonomi con reddito fino a 170mila euro, viene fuori anche una riduzione di 258 milioni dei fondi stanziati sul Reddito di cittadinanza e un taglio di 200 milioni al Fondo di perequazione per le infrastrutture, che serve a colmare il gap di opere strategiche tra Nord e Sud del Paese.