Ponte sullo Stretto, l’incubo di chi teme l’esproprio: “Tra 6 mesi via da casa? Pronti ai contenziosi”. Piano e mappe “mai aggiornate dal 2012”
Salvini si deve aspettare reazioni molto dure”. Esordisce così Enza Lojacono, una dei cittadini messinesi che subiranno l’esproprio dallo Stato per la costruzione del ponte sullo Stretto. Sulla riva siciliana, nel quartiere di Torre Faro, gli abitanti vivono con l’incubo di essere cacciati dalle proprie case. È lì, infatti, che dovrebbe sorgere il pilastro siciliano della grande opera: “Un incubo che dura da anni a fasi alterne”, si sfoga Lojacono. “Noi siamo qui da più di cent’anni, questa è una delle più belle zone residenziali della città e non possiamo neanche vendere, al massimo svendere, perché viviamo con questa spada di Damocle, non dallo scorso maggio ma da decenni”, racconta. Una situazione di grave incertezza per chi è stato sottoposto al vincolo 11 anni fa, poco prima della rinuncia al progetto da parte del governo Monti nel 2012. Il piano espropri, infatti, è fermo a quell’anno, ma nel frattempo sul territorio molto è cambiato: ex terreni agricoli sono diventati edifici o attività commerciali. In alcuni casi, poi, su quelle aree sono stati previsti progetti del Pnrr, con il rischio di veder bloccati i fondi già approvati.
il fatto quotidiano