Autonomia al ribasso – Vigili del fuoco, Degasperi denuncia lo strano caso del concorso senza laurea
. È questa l’accusa mossa dal consigliere provinciale di Onda Filippo Degasperi ai vertici della Provincia e in particolare al presidente Fugatti oggetto della sua interrogazione depositata in Consiglio.
L’oggetto del contendere sono due concorsi, uno pubblico e uno interno per il personale dei vigili del fuoco permanenti e volontari, indetti dalla Provincia lo scorso novembre per la qualifica di ispettore antincendi. Per entrambi i canali l’unico requisito presente nel bando è il possesso di un diploma di istruzione secondaria superiore, senza nemmeno l’abilitazione professionale. Requisiti molto più bassi di quelli richiesti invece a livello nazionale, dove il Corpo nazionale dei vigili del fuoco ha indetto un concorso per 314 ispettori richiedendo il possesso di una laurea in ingegneria o architettura e anche l’abilitazione professionale attinente ai titoli di studio. Una disparità al ribasso, in Trentino, criticata da Degasperi.
«Credo che sia uno dei tanti casi di uso distorto dell’autonomia – dice il consigliere – Andrebbe usata per migliorare il territorio, per porre standard più elevati e invece qua la si usa per abbassare il livello. Di sicuro qualcuno sbaglia, o Roma o Trento. Da un punto di vista di tutela del cittadino mi sembrano ben più rigorosi e quindi apprezzabili le richieste del bando nazionale». A voler pensare male si potrebbe credere che la richiesta inferiore di titoli sia legata alla volontà di favorire qualcuno. «Il pensiero non può che essere quello – dice Degasperi – Che si sia cercato di favorire qualcuno sprovvisto di titoli. Perché se no non si spiega. Anche per i concorsi pubblici la Provincia tende a essere rigorosa, per diventare insegnante servono molti titoli, qua invece per avere una qualifica per cui a Roma si chiede la laurea basta il diploma senza nemmeno l’abilitazione professionale».
Una situazione strana che avrebbe suscitato qualche malumore anche tra gli appartenenti ai corpi dei vigili del fuoco permanenti e volontari del Trentino, dove i laureati certo non mancano. «Ho raccolto molti malumori. È una questione macroscopica, ci sono laureati che aspettavano questo concorso e ora temono di vedersi scavalcati e non capiscono questa scelta. Una scelta messa sotto silenzio, invece di spiegargliela. Ora vorrei davvero capire come si pensa di utilizzare l’autonomia. Qui invece di tutelare le persone si discrimina, mi chiedo anche se Roma e il corpo nazionale dei vvf non abbiano nulla da dire sul fatto che in Trentino si abbassano gli standard». Non è infatti solo una questione di sacrosanto merito, ma anche di sicurezza. «Gli ispettori antincendio sono quelli che firmano i verbali, che fanno le verifiche dei collaudi antincendio. Questa figura ha un importante ruolo di sicurezza. Mi sembra che così si offrano meno garanzie ai trentini. È come se da domani la Provincia decidesse che per operare un paziente non serve la laurea in chirurgia, ma basta essere diplomati al liceo scientifico, la logica è la stessa. L’ordine degli ingegneri ha qualcosa da dire? Visto che viene svilita anche la loro professione». Infine è anche un tema culturale, non fa il bene del territorio, anche come messaggio, pubblicare bandi con titoli al di sotto delle qualifiche necessarie. «Spesso ci si chiede in Trentino come mai l’Università sia sempre meno attrattiva per i giovani.
L’inutilità dei titoli e della formazione dichiarata prima di tutto dalla Provincia potrebbe essere una delle tante spiegazioni» conclude Degasperi.
Sono questi i motivi che hanno spinto Degasperi ha depositare un’interrogazione sul tema, chiedendo al presidente Fugatti «per quali ragioni esistono requisiti così diversi per accedere alla stessa qualifica tra Corpo provinciale e Corpo nazionale dei vigili del fuoco» e se questo possa avere «effetti demotivanti sui giovani».