Inflazione e rincari sugli agroalimentari: abbattere ogni speculazione
I prezzi dei generi di prima necessità e della spesa quotidiana, purtroppo, continuano ad aumentare. Non è vero che, come spesso si pensa, l’inflazione scende ma invece, decresce solo la curva di aumento della stessa. Occorre dire con chiarezza, una volta per tutte che, le percentuali inflazionistiche, si sommano. Faccio un esempio concreto: quando si passa da un tasso dell’8,1% del 2022 al 5,7% del 2023, non scendono automaticamente i prezzi ma, invece, rallenta la curva in ascesa della stessa e, anzi, i tassi dei due anni si sommano. La previsione in tal senso, per il 2024, è quella di un ulteriore aumento come, peraltro, stiamo già verificando ogni settimana nelle nostre rilevazioni. Quindi, sommando il tutto, si corre il rischio di avere aumenti complessivi di quasi il 15% e non si vede una riduzione effettiva.
Di fronte a tutto ciò, è ancora più chiaro che bisogna intervenire in maniera strutturale perché, a nostro avviso, sono in atto delle speculazioni nella filiera agroalimentare, come infatti stanno denunciando anche gli stessi agricoltori nel corso di queste giornate di protesta. Alla luce di ciò, occorre agire nella filiera abbattendo ogni forma speculativa. Si pensi che, al livello internazionale, scendono i costi delle materie prime agroalimentari ed energetiche pertanto, di conseguenza, dovrebbero subire un decremento anche i costi di trasporto e dei prodotti venduti sul mercato. Consigliamo inoltre alle famiglie di controllare i prezzi dei vari articoli nei mercati, ove il costo può essere inferiore.
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