Medio Oriente. Hamas rilancia sulla tregua. L’Onu: «A Gaza crimini contro l’umanità»
AVVENIRE – È finalmente arrivata, ma la sua interpretazione divide. La risposta di Hamas all’offerta israeliana di tregua, annunciata il 31 maggio dal presidente americano Joe Biden e sulla quale il presidente israeliano Benjamin Netanyahu aveva fatto parecchi distinguo, è «positiva» per l’organizzazione che comanda nella Striscia di Gaza ma è «un rifiuto» nella lettura che ne dà il governo dello Stato ebraico.
A più di otto mesi dal massacro di 1.200 persone, in gran parte israeliani e civili, perpetrato dai terroristi di Hamas il 7 ottobre 2023, e dal conseguente inizio della guerra nella Striscia di Gaza, le prese di posizione restano quelle di partenza.
Nessuna delle due parti sembra pronta a cedere sull’obiettivo di fondo: l’eliminazione di Hamas e la vittoria militare completa, per Israele; la richiesta del ritiro dell’esercito della cessazione definitiva delle ostilità, per il gruppo palestinese.
Trattandosi non di dettagli, bensì di una scelta fondamentale – che investe la partecipazione dei membri di Hamas nel dopoguerra a Gaza, esclusa categoricamente solo da Israele -, le dichiarazioni di apertura al piano annunciato da Biden sembrano, da entrambe le parti, poco più che pro forma.