Veliero affondato, il capo dei sommozzatori: “Ho rivissuto la Costa Concordia”
“Nelle cabine sembrava di rivedere le stesse sensazioni”: parla il capo della squadra di sommozzatori speleo dei Vigili del fuoco, che per 6 giorni si sono immersi a 50 metri di profondità per recuperare i dispersi del naufragio di Porticello
PALERMO – Il relitto del ‘Bayesian’ come quello della Costa Concordia, naufragata il 13 gennaio del 2012 all’Isola del Giglio. È la sensazione confidata da Giuseppe Frison, capo della squadra di sommozzatori dei vigili del fuoco che ha operato nelle acque di Porticello riportando in superficie i corpi delle sette vittime della tragedia avvenuta lungo la costa palermitana. “Questo intervento mi ha aperto quel ricordo“, ha affermato Frison ai cronisti giunti a Termini Imerese per la conferenza stampa del procuratore Ambrogio Cartosio.
Frison ha ripercorso le tappe delle tante immersioni nel mare di Porticello, con il recupero dei sette corpi delle vittime: “Nelle cabine sembrava di rivedere le stesse sensazioni, anche se le dimensioni erano maggiori. Qui avevamo la variante della profondità che riduceva i nostri tempi di lavoro – ha aggiunto – Per me è stato come rivivere quel film, in modo più piccolo ma anche più intenso. All’interno lo scenario era molto simile. Avevamo difficoltà a proseguire perché i mobili, essendosi ribaltati, ci impedivano di proseguire in modo sicuro. Ma abbiamo lavorato con la nostra sistematicità che abbiamo imparato proprio in quell’intervento, dove le dimensioni erano grandissime”.